Premessa necessaria, insieme al fatto che, ormai così evidente e inconfutabile, che stormi di imbecilli negano l'evidenza.
Nel 2005, con l'European Green Party, presso il museo della scienza e della tecnica di Milano, organizzammo una due giorni di studi sul tema.
Già nel 2001, scrissi una relazione per l'esame di analisi delle politiche pubbliche, insieme ad altri compagni di corso.
Il soggetto, purtroppo, visti i tempi, lo dobbiamo sottolineare, è il ruolo antropico, il ruolo dell'uomo, nel modificare il clima.
Per chi abita in campagna, sa da sempre, che dopo la semina, se sta arrivando un temporale, i contadini, sparavano alle nuvole per disperdere e spostarle, se ciò avesse valenza scientifica non si sa, ma così è.
Gli studi più evidenti e significativi, sono quelli sui venti, davanti ai grattacieli, dove subiscono accelerazioni e turbinii.
Idem, quelli sulle antenne e gli squilibri che vanno a determinare nel campo elettromagnetico di superficie.
Le zone industriali, con le emissioni.
Questo per introdurre, che non si può negare che l'acqua sia bagnata.
Dicevamo del ruolo antropico, basti pensare ai fiumi coperti e alle costruzioni sugli argini.
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