sabato 22 luglio 2023

Notangenziale è cura del territorio. 22.7.2023

 I no tangenziale, sono andati ancora in Europa, passano le legislature, ma questa è un altra storia, una storia Europea, una storia ecologista, che ha il suo eco dai Pirenei alle Alpi, dagli appennini ai fiordi norvegesi.

Quella che vi propongo oggi, è un semplice pomeriggio, a ricordarsi chi siamo, da dove veniamo e dove vogliamo andare, e soprattutto, come ci vogliamo andare, con i mezzi pubblici o in bicicletta, anche in macchina, ma certo, non in tangenziale. 


Ci fu un campeggio, un campeggio sull'ipotesi del tracciato del mostro d'asfalto, ci fu la riscoperta di luoghi ricchi di storia e di leggende, ma questa è un'altra storia. 

Anzi, a pensarci, quel che vi sto raccontando non è una storia, ma un prendersi cura, un salto quantico, che va da 2000 e passa anni fa, all'epoca di San Carlo Borromeo, per arrivare ai primi anni 2000 e a questo pomeriggio, del 22 di luglio. 

Parlino le immagini, di due passaggi, prima e dopo il mezzogiorno. 

Un antico sarcofago, posto a far da passaggio, per far "scavalcare" due "fontanili", e non disperderne il flusso d'acqua. 


Aggiornamento di domenica 23 luglio 

Pubblico un testo di un bravissimo storico, vera memoria del territorio. Grazie A. B. 

Il busc di Strii è così denominato perché per tradizione si riteneva che vi si radunassero le streghe dei Borghi vicini in realtà questo fatto dovrebbe essere spiegabile con due affermazioni. La prima è la presenza di un vasto appezzamento di bosco con radure che sin dall'antichità venivano collegate in qualche modo ai culti druidici e quindi poi per estensione nel Medioevo alle streghe. Il secondo motivo è la forte presenza oggi come un tempo di alberi di Sambuco che sono anch'essi legati alla tradizione che vuole le streghe protagoniste di pozioni e malefici. Per quanto riguarda la visita di San Carlo Borromeo nel territorio che interessa anche il bosco di cui abbiamo parlato è quella del 1581 Ovvero la quarta visita che San Carlo compì nel nostro territorio punto nello specifico è quella visita fece tappa personalmente all'oratorio di Castellazzo de' Barzi che non a caso ad oggi porta il suo nome ma che all'epoca era una struttura molto antica ma fatiscente dedicata a San Salvatore e che San Carlo Borromeo promosse nel suo restauro. Gli abitanti di conseguenza ride dedicarono la chiesa alla figura di San Carlo Borromeo non prima del 1610 anno della sua canonizzazione. 
















Nessun commento:

Posta un commento