martedì 3 settembre 2019

dei Verdi e dell'Ecologismo in Italia. 1. EcoConclave di Bologna 29 1 2011

Correva l'anno.
L'ecologismo in Italia, la rappresentanza ecologista.
Il percorso della Costituente Ecologista, Ecologisti e Reti Civiche. 
Scrivevo 



Il 29 e 30 Gennaio, a Bologna presso La Scuderia in Piazza Verdi 2, si avvia per la prima volta in Italia un percorso di incontro fra le varie realtà ecologiste e civiche del nostro territorio. Questo progetto si propone di promuovere l'impegno e la partecipazione attiva dei cittadini verso un movimento politico inclusivo e sensibile in questa direzione.
L'Eco-Conlave nasce nelle riunioni del gruppo Cinque Terre nato più o meno due anni fa, per la necessità di trovare un rimedio per quella che è stata ritenuta l'anomalia italiana: una democrazia bloccata e tradita, un sistema economico superato, corrotto e ingiusto, una società estremamente frammentata e sofferente ed una consapevolezza culturale e politica arretrata rispetto alla nostra realtà di oggi. 

Quello che si promuove è un momento di pubblica chiarezza fra incomprensioni e ambigiutà per sostenere la mobilitazione dei cittadini.
La buona riuscita dell'inizativa dipende prima di tutto dal numero di partecipanti. All'Eco-Conclave si può aderire come copromotori e si contribuirà all'organizzazione dei lavori, senza altri particolari impegni.
A detta degli organizzatori sarà comunque un evento storico poichè è la prima volta che persone con storie, culture e analisi differenti, parteciperanno insieme e pubblicamente ad un appuntamento volto ad un incontro ed una comprensione profonda.
Orario dell'incontro:

Sabato 29 Gennaio
ore 11 - 13: apertura lavori e presentazione progetti dei copromotori
ore 13 - 14,15: pausa pranzo
ore 14,15 - 16: presentazione progetti e proposte gruppi di lavoro
ore 16 - 20: commissioni/gruppi di lavoro
ore 20-21.30: pausa cena
ore 21.30-23: relazioni lavori di commissione
(Sala del Baraccano, via Santo Stefano 119)

Domenica 30 Gennaio
ore 9,30 - 13: dibattito generale
ore 14,15 - 17,15: dibattito e fine lavori

La denominazione di eco-conclave non era parsa il massimo. Il “conclave” evoca qualcosa di arcaico e superato, è un termine ecclesiastico che può essere diversamente inteso. Nel caso specifico il significato era quello letterale “cum clave” ovvero (chiuso) a chiave, finquando non si prendono delle decisioni.
Se queste erano le premesse, cioè di trovare un’accordo sui punti condivisi dalle varie “anime” ecologiste e civiche, direi che l’accordo non c’è stato, mentre non è mancato il dialogo, “l’annusamento”, come l’ha  chiamato qualcuno, uno scambio di idee molto franco e deciso, ma abbastanza rispettoso delle varie posizioni.
In realtà a Bologna si sono ritrovate gruppi assai diversi:
- Liste e movimenti civici  di varie realtà nazionali (almeno Sicilia, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Sardegna, Veneto erano presenti con alcuni rappresentanti)
- i Verdi che si risconoscono ancora nel loro partito
- Alcuni osservatori di Uniti e Diversi
- Una rappresentanza della “RETE DEI CITTADINI
Si è anche notata l’importante presenza di molti normali cittadini, di vecchi e nuovi ecologisti, alcuni ex militanti o dirigenti verdi, staccati da qualsiasi partito o movimento ed attirati dall’idea di un qualcosa di nuovo in movimento.
In più c’erano i gruppi  organizzatori:
- Cinque Terre
- Abbiamo un sogno
- Costituente ecologista
- Centro nuovo modello di sviluppo
La riunione è aperta da un intervento di Michele Dotti, tutto ispirato all’apertura ed alla condivisione di idee, regole e contenuti,senza esclusioni a priori e per la costruzione di una società pacifica, solidale e per la diversità.
Quindi l’intervento di Giuliano Tallone, della Costituente Ecologista, che spiega le idee ed i programmi condivisi che portano avanti, i riferimenti ai verdi europei, ed alla apertura a tutti, e, ahimè, anche a gli ecologisti di PD, IDV, SEL e PR. Dico ahimè, perché è proprio questa apertura ai partiti della “casta” che scava il divario che si è aperto nella riunione tra chi pensa che non ci possa essere un accordo ed una apertura ai partiti tradizionali della CASTA e chi vede nella sinistra comunque un punto di riferimento, nonostante l’ambiguità di rifarsi contemporaneamente ad Europe Ecologie che ha detto chiaro e tondo no alla destra e no alla sinistra.
Dopo una mattinata di interventi di esponenti di tutti i gruppi presenti, si è proceduto alla creazione di tre “tavoli di confronto” sui seguenti temi:
-         Regole
-         Programma
-         Alleanze
Il tavolo del “programma” ha prodotto un elencazione di argomenti il linea di massima condivisi da tutti, non pare infatti che l’analisi della situazione attuale e le “ricette” da proporre siano molto diverse. C’è una condivisione quasi “filosofica” di fondo, fondata sulla decrescita, la non violenza, una democrazia partecipata, un ecologismo non solo dell’ambiente ma anche della politica e della vita sociale, nonché nella rivendicazione della sovranità popolare non solo  politica ma anche monetaria.XSAM_2648
E’ stato negli altri due tavoli, quello delle regole e maggiormente quello delle alleanze, dove ci sono state le maggiori discussioni.XSAM_2647
La Rete dei Cittadini delle regole ne ha fatto un fine, in quanto è impossibile predicare trasparenza, democrazia e partecipazione per la visione di una futura nuova società se poi non si applicano le stesse regole “in casa propria”. E’ dove sono caduti TUTTI i partiti tradizionali, tutti legati a modalità verticistiche e oligarchiche, nessuno escluso. Ma parlare di “democrazia diretta” con persone che non hanno mai avuto modo di praticarla è cosa difficile, quindi non si è riusciti ad enucleare poche semplici regole ma ci si è dilungati e persi in una trentina di punti che hanno diluito l’importanza delle regole proposte.
Ma è nel tavolo delle alleanze che si è consumato il più completo disaccordo. Intanto si è rilevato, da parte della fetta di partecipanti non verdi, l’impossibilità che un partito tradizionale come quello dei verdi possa partecipare ad un progetto come questo senza prima fare un passo indietro e sciogliersi, quindi si è proclamata a gran voce l’esigenza di non programmare future alleanze per non perdere di credibilità rispetto alle persone ed ai cittadini che dovremmo convincere con un nuovo progetto politico.
Questo nodo che è uscito fuori non si è stato sciolto in quanto i verdi hanno rivendicato il loro diritto di fare scelte autonome senza condizionamenti esterni ed hanno detto che il loro percorso è già segnato nei modi e nei tempi che loro stessi si sono dati.
A questo punto, ed era circa la mezzanotte di sabato, siamo andati tutti a letto convinti che il giorno dopo sarebbe stato un giorno di forti battaglie.
Invece il giorno dopo, ritornati all’assemblea plenaria, si è continuato a confrontarsi con toni abbastanza calmi, anche se le distanze sono rimaste tali. Non solo la Rete dei Cittadini, ma anche la gran parte, se non la totalità, dei movimenti civici ha proclamato a gran voce la necessità di tenersi DISTANTI E DISTINTI dai partiti. Si è definito un documento che allego.
Siamo tornati a casa comunque soddisfatti, in quanto quello di Bologna era un passo da fare, impossibile trovare accordi o fare insieme una strada se prima non ci si è confrontati, anche polemicamente, ma nello spirito di poter fare comunque dei passi in avanti insieme o accanto. Sarebbe stato molto peggio trovare una falsa unanimità che ci avrebbe illuso ma che avrebbe provocato un domani scontri ben più aspri. Invece credo che abbiamo gettato un seme e adesso tocca farlo germogliare.XSAM_2666
Dobbiamo far vincere la politica dell’incontro e del confronto, dell’inclusione ma non dell’”inciucio”,  rispetto alla politica del compromesso. E’ una “mission impossibile” ma noi siamo abituati al queste sfide “estreme”.
Intanto torniamo da Bologna soddisfatti di aver conosciuto molte persone in gamba, di aver condiviso insieme idee e progetti futuri, nella consapevolezza, che al la di divergenze anche forti, possa  trovare la strada comune
Documento:
Le persone e i gruppi di area ecologista e delle liste civiche e movimenti civici, che si riconoscono in questo breve documento, valutano la   costruzione di un NUOVO SOGGETTO POLITICO con un forte segnale di discontinuità rispetto al passato, delineando un progetto di trasformazione autonomo, distinto e distante dai partiti, siano essi   di destra,  di centro,  o  di sinistra.  Il nuovo soggetto politico,  aperto a tutti coloro che alla pari vogliano costruirlo, sarà  basato su un rapporto profondo e indissolubile con  i cittadini, i movimenti  e comitati per  un’ accelerazione  della trasformazione culturale che metta al centro la persona,  le relazioni umane e sociali e l‘ambiente.
 Il problema della responsabilità politica conseguente ad un futura buona affermazione elettorale sarà affrontato in condizioni di parità con gli altri soggetti  politici  e sempre nel rispetto dei principi originari .

giovedì 29 agosto 2019

E’ NATA LA NUOVA COMMISSIONE VIA-VAS (valutazione impatto ambientale-valutazione ambientale strategica)

I migliori auguri di buon lavoro a tutti!!!

Dal sito del Ministero dell'Ambiente.  https://www.minambiente.it/comunicati/e-nata-la-nuova-commissione-vas

La selezione tra 1200 candidati è durata otto mesi. Scelti i profili più idonei, nella massima trasparenza.

Roma, 28 agosto 2019 – E’ nata la nuova commissione Via-Vas. Dopo un avviso pubblico, un’attenta e accurata selezione durata otto mesi, le diverse commissioni di valutazione istituite presso il Ministero dell’Ambiente e costituite da professori universitari e giuristi, hanno scelto i candidati più idonei tra i 1200 curricula pervenuti.
 

martedì 27 agosto 2019

Italia, Repubblica Parlamentare. Di Gianfranco Pasquino

Non importa quanti forni ci sono. Importa la qualità del loro pane, delle loro offerte. In tutte le democrazie parlamentari con sistemi multipartitici, sono diversi i partiti in grado di dare vita a coalizioni di governo.
 Abitualmente, i due criteri più importanti sono la compatibilità ideologica e la contiguità politica. 
Il secondo criterio vale specialmente laddove i partiti riconoscono l’esistenza di destra e sinistra. 

mercoledì 21 agosto 2019

Verde e europeista: questa deve essere l’Italia. Di Monica Frassoni

Monica Frassoni, Co-Presidente dei Verdi Europei, in una lettera a Linkiesta per sostenere l’idea di un governo verde e europeista.
Caro Direttore, grazie davvero per avere avviato su Linkiesta, caso purtroppo unico e quindi ancora più meritevole, una discussione importante sul fatto che solo un serio programma verde e aggiungo io europeista, può dare un’anima e un senso a un eventuale governo che dovesse nascere dopo il patatrac salviniano. A meno di 24 ore dall’ora della verità rappresentato dal discorso del Presidente del Consiglio Conte, vorrei anche io dare un contributo, anche per animare il dibattito che si è aperto dopo il Suo articolo. Come hanno scritto praticamente tutti gli intervenenti, questa può essere un’enorme occasione per riportare l’Italia all’avanguardia dal punto di vista non solo economico e industriale di un vero Green New Deal che vede l’Italia tra i primi a sua insaputa, ma anche politico, come perfino una conservatrice finora abbastanza eco-indifferente come Ursula Von der Leyen ha capito. Le cose da fare per rispondere alla sfida dei cambiamenti climatici sono note, ma non sono ancora entrate nella zucca né dei politici di primo piano, che non pensano di guadagnare voti col verde, né dei media, che sono pigri e indolenti e si divertono molto di più a seguire Salvini sulle spiagge o Renzi redivivo. È anche per questo che è importante sottolineare che quand’anche nascesse un governo un po’ più verde degli altri, il lavoro per assicurare una vera transizione sarebbe solo all’inizio.
Io vedo tre azioni da mettere subito in campo per raggiungere il nostro scopo, e non solo da parte di chi sta dentro le istituzioni, ma anche da parte della società civile, del mondo economico e degli ecologisti ovunque dispersi, soprattutto se, come pare oggi, non ci saranno elezioni in autunno:

1. Definire al più presto pochi punti, precisi, chiari e soprattutto comuni, su quali devono essere le cose da fare subito per dare un’impronta verde e innovativa al nuovo governo, capace di essere capita subito dall’opinione pubblica;

magari si potrebbe anche mettersi d’accordo su una squadra dove politici e non, nuove leve e non, donne e non, costruiscano un insieme originale ed efficiente, disinteressato ai litigi della politica dei Twitter assassini e superficiali. Una discontinuità netta nelle persone sarebbe infatti la migliore garanzia della riuscita di questa difficile impresa. Tornando ai temi, la discussione sulla nuova legge di bilancio potrebbe vertere sul trasferimento di una parte importante dei 19 miliardi circa in sovvenzioni ambientalmente dannose su investimenti “puliti”, economia circolare, difesa del suolo e misure di mitigazione degli effetti già enormi dei cambiamenti climatici in atto: su questo sarebbe anche più utile “battere i pugni sul tavolo” a Bruxelles, che su sconti o condoni fiscali ed edilizi.
Poi si potrebbe subito mettere mano alla bozza attuale del Piano Clima ed energia che si deve presentare a Bruxelles a fine anno, per rivederne gli impegni tiepidini e assolutamente insufficienti, riprendendo davvero a spingere su energie rinnovabili ed efficienza energetica, coinvolgendo il mondo economico, ma anche cittadini ed enti locali in una vera e propria rivoluzione positiva. Senza dimenticare misure immediate di accompagnamento alla transizione e formazione, che possono anche basarsi su un uso migliore dei famosi Fondi europei 2014/2020 per occupazione, ricerca e PME, dissesto idrogeologico, bonifiche, che l’Italia ha usato per adesso solo per un miserrimo 20%. Altro atto significativo da mettere in cantiere rapidissimamente, si potrebbero chiudere le infrazioni ambientali alle leggi europee, che ci sono costate qualcosa come 589 milioni di euro dal 2011 ad oggi. Su questi punti, credo sarebbe possibile impostare una discussione seria e capace di consenso di un governo senza Salvini.

2. Darsi un tempo limitato, ma congruo per affrontare davvero sulla base di fatti e tolleranza reciproca e di occasioni organizzate e pubbliche di discussione

i punti critici che, al di là del merito, sono diventati dei miti e dei simboli di visioni radicalmente opposte e che potrebbero invece essere riportati a più razionale e pragmatica soluzione. Parlo della TAV e delle infrastrutture, di ILVA, dei rifiuti o autostrade, dei gasdotti, tutte questioni che devono essere affrontate non facendo finta di essere ancora negli anni ’90, ma alla luce delle priorità di riduzione delle emissioni e mitigazione dei loro effetti. I temi dello sviluppo industriale, della nuova agricoltura, della scienza e della salute, della giusta transizione, non possono infatti continuare ad essere trattati come in uno stadio o con slogan superficiali. Sono temi complessi, ma appassionanti e nessuno ha la verità in tasca. Personalmente, credo nella razionalità delle persone e sono convinta che questo dialogo, politico non accademico si intende, sarebbe utile e positivo. Non tanto per trovare compromessi impossibili, ma per ridiscutere priorità e importanza alla luce appunto del criterio mai usato prima dei cambiamenti climatici e della Green economy. Non dimentichiamo che ci sono in Italia più di 6 milioni di cittadini che vivono in aree fortemente inquinate e quasi 8 in territori fortemente a rischio di dissesto. Anche per questa operazione non bastano deputati o senatori. Ci vuole la partecipazione di associazioni, operatori economici e dei media.

3. Smettere di dividere il mondo fra ecologisti buoni e cattivi, per intenderci quelli dei SI, tanto carini, realisti e amici dei Gruenen, e quelli del NO, tutti conservatori, catastrofisti, settari e soprattutto fallimentari: questa eterna polemica è dannosa e ci indebolisce tutti: gli avversari sono altrove!!

Insomma bisogna smettere di dare pagelle di “verditudine” dei No e dei SI, di dividere i buoni verdi o ecologisti (quelli tedeschi e quelli dei Friday for Future) da quelli cattivi (quelli italiani, la sinistra, i comitati vari, dai NoTav ai NoTap), mischiando in modo molto ideologico e spesso, e lo dico con rispetto, anche un po’ disinformato, come hanno fatto in molti e non ultima Costanza Hermanin nel suo intervento su Linkiesta, contesti completamente diversi, battaglie decennali meritorie, risultati importanti, rivendicazioni sacrosante, con battaglie a volte di retroguardia, errori, chiusure e fallimenti, dimenticando il ruolo importante di proposta, di avanguardia e anche di resistenza giocato da molti dei supposti ecologisti del NO in un mondo pieno di SI distruttivi. Peraltro, giusto per dovere di cronaca, alla base del successo dei verdi tedeschi non c’è alcuna vittoria dei Realos contro i Fundis, divisione ormai obsoleta. Come dice il mio co-Presidente al Partito verde europeo Reinhard Buetikofer, leader dei Verdi tedeschi per un decennio, se ci fosse stata la vittoria di una parte sull’altra il partito non avrebbe superato le sue divisioni e oggi non avrebbe una costante ascesa del numero dei suoi membri.

La formula vincente è stata invece quella di essere radicali nell’analisi del bisogno di cambiamento; visionari nella formulazione degli obiettivi, pragmatici e organizzati nella loro realizzazione,

aperti alle alleanze necessarie con forze vive dell’economia e della società; e riuscire a mantenersi uniti e positivi, invece che litigare internamente e insultare gli avversari. Sagge parole, da applicare subito anche al variegato mondo ecologista nostrano. L’esperienza europea dimostra che una presenza autonoma di un partito Verde è necessaria per rafforzare la trasformazione ecologica cosi urgente e anche per “contaminare” il dibattito pubblico e gli altri partiti. Il risultato di Europa Verde alle elezioni europee rappresenta un segnale positivo pur se insufficiente che ci dice che è urgente organizzarsi per dare maggiore rappresentanza all’onda verde che faticosamente emerge anche in Italia: la svolta ecologista della politica non si può reggersi solo sulla conversione ancora improbabile del PD o sui fantastici ragazzi e ragazze dei Climate Strikes.

Ci vuole un processo aperto che possa favorire una presenza politica sul territorio in grado di avere un impatto sul dibattito politico e sulle decisioni di voto dei cittadini;

già si cerca di farlo, a partire dai Verdi italiani, da personalità di Possibile e di reti di attivisti della società civile che hanno partecipato all’avventura delle Europee, mirando a coinvolgere personalità del mondo economico ed associativo e di favorire la partecipazione dei tanti semplici cittadini e cittadine, che alla spicciolata stanno di nuovo interessandosi al tema della rappresentanza politica delle istanze ecologiste. Se poi la situazione precipitasse e si andasse ad elezioni, l’urgenza di una svolta verde da opporre alla deriva sovranista che è anche reazionaria e climato-scettica della Lega e di Fratelli d’Italia sarebbe anche più evidente: dovremo organizzare a tutta birra una lista ecologista aperta e plurale, che spero di chiamerà “Europa verde” come alle europee, e un’azione pubblica di mobilitazione e reciproca contaminazione tra le forze politiche democratiche, progressiste e almeno una parte dei 5stelle, per mettere al centro della campagna elettorale non inesistenti invasioni, ma le politiche positive per ridurre le emissioni e fare rinascere l’Italia col verde, i diritti di tutti e l’Europa.
Monica Frassoni per Linkiesta.it 

venerdì 9 agosto 2019

VERDI: Crisi di Governo, Salvini scappa per sfuggire al fallimento

Crisi di Governo, Salvini scappa per sfuggire al fallimento.  
Di Elena Grandi e Angelo Bonelli 
Dopo oltre ventiquattro ore durante le quali si è paventata la crisi di governo a ore alterne, Salvini getta la maschera e scappa dalle responsabilità di governo chiedendo “pieni poteri”. Gli facciamo notare che siamo ancora in una democrazia parlamentare e non in una dittatura.

giovedì 8 agosto 2019

Cambiamenti Climatici. Le soluzioni ci sono. le proposte di VAS ne "I sabati per l'ambiente" (Video)

Verdi Ambientye e Società è da sempre impegnata nella tutela dell'ambiente e nella promozione di una cultura ecosostenibile.
Ripropongo i video delle iniziative di qualche anno fa.
Aggiungerei, il sottotitolo,. "le soluzioni ci sono!"
un grazie a Verdi Ambiente e Società, a seguire la lettera di presentazione a cura di Francesco Tusino, e il link ai video delle varie iniziative

I SABATI PER L'AMBIENTE A MAGENTALa storia dell'ambientalismo, se guardiamo agli ultimi 25 anni, è fatta non solo di grandi iniziative volte a far crescere nel cittadino le sensibilità ecologiche ed ambientali, ma anche di momenti di crisi. Per quel che riguarda la sensibilizzazione, Verdi Ambiente e Società (Vas Onlus) nel corso della sua attività si è impegnata in importanti progetti: dalla grande partecipazione alle "battaglie" sul nucleare, sull'acqua, sulla difesa del territorio, allo schierarsi per un'agricoltura biologica, "Libera da Ogm" e senza pesticidi. E ancora a favore della difesa dei beni culturali, della risoluzione dei problemi generati dai rifiuti e dall'amianto, per la promozione di energie alternative, nella denuncia delle politiche dei trasporti dannose per l'ambiente e le comunità, per una gestione sostenibile dei parchi e in difesa delle popolazioni esposte all'inquinamento nelle varie forme.

lunedì 3 giugno 2019

Cambiamenti climatici, il collettivo tempo zero a Inveruno.

Venerdì sera, in una gremita sala Virga, nel polo della biblioteca di Inveruno, ospiti d'eccezione, il collettivo del dipartimento di Fisica del politecnico di Milano, Tempo Zero.
Per l'occasione in sala, rappresentanti delle Pubbliche Amministrazioni, tra cui, tutta la giunta di Inveruno, il Sindaco di Casorezzo, Pierluca Oldani, il Presidente dell'Ecoistituto del Ticino e delegazioni dei Circoli di legambiente del territorio e di vari comitati ambientalisti, ecologisti e animalisti, e anche giovanissimi e cittadini interessati al tema.
Il colpo di teatro è stato quando Jacopo di Tempo Zero ha dato lettura della mozione che chiede di dichiarare l'emergenza climatica, mozione approvata due settimane fa a Milano e, all'invito Sara Bettinelli ha dichiarato che anche Inveruno voterà questa importante mozione.
Nel mio breve saluto, ringraziando per l'iniziativa, ho ricordato che l'impegno ormai decennale nel nostro territorio, per la tutela dell'ambiente va nella direzione di salvaguardia del pianeta che chiedono gli attiviti dell'emergenza climatica, e dire no a una discarica, non è sindrome localista, ma volgere e proporre nuovi forme di produzione che riducano gli imballi e la produzione di rifiuti, e andare verso l'Economia Circolare.
Vi saluto e auguro una buona giornata con 3 video;
l'integrale della serata, l'intervento del Sindaco Sara Bettinelli e i miei saluti e considerazioni.