giovedì 15 settembre 2016

scrivere di vita e di morte. un silenzio mancante e sproloqui assordanti

i social network per indurci ad esprimerci di getto, ci chiedono in prima scheramta
"a cosa stai pensando"
e allora via di getto, consumismo compulsivo, volto a scrittura ed espressioni compulsive, e ora, che da scrivere per invitare a riflessioni e analisi ce ne sarebbe fin troppo, il tutto è esaurito e stanco dalla drammatica atrocità;

impossibile far chiarezza, solo narrare episodi,
mi ritrovo in vari pensieri letti su fb, tra cui quelli che invitano al silenzio e si chiedono che società stiamo diventando

a cosa sto pensando? che tu, caro facebook, condizioni anche troppo la vita della gente, come i social network, o prima i giornali e i media; sto pensando che oggi è morto un lavoratore che difendeva il proprio posto di lavoro e quello di tutti i suoi colleghi e i diritti di tutti noi a una vita migliore, 
penso che ieri s'è uccisa una ragazza mandata alla gogna mediatica, 
sto pensando a quella stuprata per 3 anni dai futuri "dirigenti" di questo paese, tutti di famiglie bene e l'omertà di quel paese che non va nemmeno a una fiaccolata, 
penso a quella ragazza stuprata in bagno e le amiche a videoregistrarla, 

sto pensando ai miei ultimi 5 anni di mediattivista a fare video per divulgare verità che la stampa dimentica e cancella, penso alle cose buone, alle cose cattive, 
penso al fatto di aver dato voce a chi voce non aveva e non ha, 
penso alle due denunce che ho fatto perchè la mia immagine e il mio nome sono stati usati per insultarmi e sbeffeggiarmi, (e da ultima denuncia, anche per "indicizzare" un sito di razzisti)
sto pensando che se credessi al web, dopo ogni volta che ho visto come mi insultavano e deridevano o anche la stampa, e i suoi complottini, quando si inventano denunce e altre balle; 

penso che, si, 
se credessi a quelle cose, non avrei retto nemmeno io, ma penso ad altro, 
credo ad altro, 

credo nella solidarietà, credo nell'amicizia, credo ai compagni di studio, di lavoro, di attività, di strada, credo che un giorno migliore ci sarà, perchè ci deve essere, in tanti lavoriamo per quello, credo che la banalità e la superficialità del male, si superano con un sorriso e nel sentirsi vivi. 

ma è difficile, quanto è difficile, la notizia di Piacenza ,mi catapulta a un decennio fa, 

fuori dalla zucchi di Casorezzo, sdraiati per terra, per difendere i posti di lavoro, e non solo, ma la vita di un paese, poi, ci penso, c'era pure la sorella del sindaco di ossona che non mi fa nemmeno pubblicare i consigli comunali dove provo a portare umanità e dignità, e in quella sede istituzionale provo a difendere i diritti, 
provo, ci provo; 
dar voce a chi non ha voce.

provo a comprendere la società, provo a darne narrazione a costruir memoria, su una pagina facebook? anche. 

ci provo
cosa penso? che forse un black out, tutti senza corrente e quella favola vera di new york tutti in strada.
penso che, anche se scrivo le cose più belle, tanto è un algoritmo che decide chi e come vedrà questo post, cosi funziona il web
buona notte che domani sia un giorno nuovo

ops, dimenticavo, il problema è il burkini 

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