mercoledì 17 gennaio 2018

Basta promesse assurde, riportiamo l’ecologia al centro della politica per salvaguardare il futuro

da Insieme Verdi Socialisti e Civici 
Un articolo di Angelo Bonelli Coportavoce Nazionale dei VERDI
Mentre tutti attorno fanno roboanti promesse, nessuno in questo primo scorcio di campagna elettorale, sembra pensare seriamente al futuro dell’Italia. Le promesse probabilmente saranno finanziate con l’aumento del debito pubblico, e quindi pagate di tasca propria da ciascun cittadino italiano, compresi bimbi e anziani.
Ma di questo non sono colpevoli solo i partiti che gonfiano il petto con le loro roboanti proposte di azzeramento di canoni o di abbassamento delle tasse, di redditi di cittadinanza o di università gratis per tutti (anche per i ricchi). Probabilmente i grandi organi di stampa (tv e giornali) dovrebbero essere un poco più critici, chiedendo ai politici che sembrano essersi trasformati in tanti Babbi Natale, dove troveranno le risorse per i loro “regali” ai potenziali elettori.

Per capire quello che sta accadendo, vi invito a sfogliare i principali quotidiani di oggi: dove trovate la notizia dell’affondamento, al largo della Cina, della petroliera iraniana Sanchi, che rischia di trasformarsi in una catastrofe ecologica, visto che disperse nel mare o chiuse nella stiva ci sono 136.000 tonnellate di petrolio? Quando va bene troverete un trafiletto nelle ultime pagine, molto dopo le parole con le ridondanti promesse elettorali.
Nessuno spazio per due temi invece centrali: il Patto per il Clima e l’inserimento della sostenibilità ambientale, sociale ed economica nella nostra Costituzione.
Lavorare per un Patto per il Clima vuol dire abbandonare le tecnologie fossili a favore delle rinnovabili. I vantaggi per tutti sono sotto gli occhi: per esempio evitare che tre miliardi di tonnellate di prodotti petroliferi viaggino sui mari del mondo ogni anno. Significa 22.000 viaggi di navi con un carico come quello della nave affondata nel mare davanti Shanghai.
Vuol dire anche pensare seriamente a piano per fermare il consumo suolo e che si occupi del dissesto idrogeologico, con più risorse perché per ogni euro investito in prevenzione si stima che ne faccia risparmiare almeno 5 in ricostruzioni; 6 milioni di italiani sono stimati in zone a rischio idrogeologico e 20 milioni a rischio sismico.
Ma vuol dire anche investire nella mobilità elettrica privata e pubblica. Perché entro tre anni la Cina sarà leader nella produzione mondiale di auto elettriche e noi non possiamo stare alla finestra. Adesso che sembra che anche Marchionne, che abbiamo sempre criticato per aver puntato sul metano invece che sull’elettrico, ritiene che il futuro è nell’auto elettrica noi di Insieme crediamo che si debba rilanciare incentivandola e stabilendo il limite nel 2035 e 2040 per lo stop alla vendita di auto diesel e benzina nel nostro paese. Su questo il Pd e il governo si devono impegnare seriamente, visto che finora l’Italia è rimasta al palo.
Tutti questi sono temi contenuti nel nostro programma di Insieme e che parlano di problemi concreti. Come quello dell’occupazione giovanile, se si vuole dare un cambio di rotta, anche etico, nel lavoro bisogna puntare su un Green New Deal. All’atto pratico vuol dire puntare su investimenti nell’innovazione, su auto pulita e mobilità dolce, sul recupero urbano, su piani contro il dissesto idrogeologico, energie rinnovabili e agricoltura biologica.
Tutti settori che producono buona e stabile occupazione. Lo certificano gli ultimi rapporti che parlano di 2 milioni 972mila persone occupate con i Green jobs, con un aumento di 380.000 posti di lavoro solo nell’ultimo anno. Senza considerare che il tasso medio di assunzioni a tempo indeterminato è pari al 46% contro il 30% degli altri tipi di impiego.
È essenziale consentire al nostro Paese di affrontare le sfide ecologiste del futuro e per pianificare un Pianeta possibile per i nostri giovani.
Questo articolo è uscito su Huffington Post

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