dal Coordinamento Nazionale No Triv
AVANTI CON I REFERENDUM E PER LA DEMOCRAZIA!
Con il deposito in Cassazione dei 6 quesiti referendari no-triv fortemente voluti dal Coordinamento Nazionale No Triv assieme ad altre 200 associazioni, ben 10 Regioni hanno restituito ai cittadini il diritto di decidere di se stessi e del futuro dei rispettivi territori.
Si tratta di un fatto straordinario ed unico nella storia dell'Italia Repubblicana, il cui significato va ben oltre la pur importante dimensione energetica.
Sugli egoismi ed i tatticismi hanno prevalso il merito delle questioni e la pressione esercitata sulle Assemblee Regionali da movimenti, comitati ed associazioni.
Sul piano istituzionale, il Governo dovrà fare i conti con una mutata realtà e con mutati rapporti di forza nel Paese.
Quanto alle scelte energetiche, l'esercizio dell'opzione referendaria consentirà al Paese di riaprire una partita che sembrava già persa all'indomani del varo della Strategia Energetica Nazionale: i quesiti sull'art 38 rimettono in discussione il nuovo sistema di governance che gli ultimi tre Governi hanno tentato di imporre a suon di leggi e decreti (Sblocca Italia su tutti); quello "secco" sull'art. 35 mira ad infliggere un duro colpo alle mire delle compagnie petrolifere, a salvaguardare i nostri mari e a prevenire qualsiasi tentativo di ritorno al passato (abolizione del limite delle 12 miglia con conseguente rilancio di investimenti nell'Oil&Gas per 3,5 miliardi di euro) da parte di un Governo apertamente schierato sul fronte delle energie fossili e che non è nuovo ad "imprese" del genere.
I referendum non sono un punto di arrivo ma un punto di partenza di cui si avvertiva da tempo un gran bisogno.
Una delle poche note liete in una lunga e triste stagione color nero-petrolio.
Qualsiasi muraglia è fatta di tante pietre. La prima -importante- è stata posta questa mattina grazie ad un'intuizione del Coordinamento Nazionale No Triv, al lavoro ed alla tenacia di chi crede ancora e pratica il valore della partecipazione alle scelte che interessano tutti noi.
Non è forse questa l'essenza della libertà e della democrazia?
Si tratta di un fatto straordinario ed unico nella storia dell'Italia Repubblicana, il cui significato va ben oltre la pur importante dimensione energetica.
Sugli egoismi ed i tatticismi hanno prevalso il merito delle questioni e la pressione esercitata sulle Assemblee Regionali da movimenti, comitati ed associazioni.
Sul piano istituzionale, il Governo dovrà fare i conti con una mutata realtà e con mutati rapporti di forza nel Paese.
Quanto alle scelte energetiche, l'esercizio dell'opzione referendaria consentirà al Paese di riaprire una partita che sembrava già persa all'indomani del varo della Strategia Energetica Nazionale: i quesiti sull'art 38 rimettono in discussione il nuovo sistema di governance che gli ultimi tre Governi hanno tentato di imporre a suon di leggi e decreti (Sblocca Italia su tutti); quello "secco" sull'art. 35 mira ad infliggere un duro colpo alle mire delle compagnie petrolifere, a salvaguardare i nostri mari e a prevenire qualsiasi tentativo di ritorno al passato (abolizione del limite delle 12 miglia con conseguente rilancio di investimenti nell'Oil&Gas per 3,5 miliardi di euro) da parte di un Governo apertamente schierato sul fronte delle energie fossili e che non è nuovo ad "imprese" del genere.
I referendum non sono un punto di arrivo ma un punto di partenza di cui si avvertiva da tempo un gran bisogno.
Una delle poche note liete in una lunga e triste stagione color nero-petrolio.
Qualsiasi muraglia è fatta di tante pietre. La prima -importante- è stata posta questa mattina grazie ad un'intuizione del Coordinamento Nazionale No Triv, al lavoro ed alla tenacia di chi crede ancora e pratica il valore della partecipazione alle scelte che interessano tutti noi.
Non è forse questa l'essenza della libertà e della democrazia?
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