Oltretorrente di Pino Cacucci
un romanzo su uno degli episodi più belli del secolo scorso
l'amore per la cultura e l'arte, uniti all'amor di libertà, miscela incredibile per quel quartiere di Parma,
che poi, la prima "eretica" esperienza grillina del Pizzarotti Sindaco sia venuta a Parma, vuol dire già qualcosa, e chi vuol comprendere è libero di farlo, chi si vuol tenere le fette di salame (di Felino, Cò dit?), se le tenga, ma son fatti suoi
da INFOAUT
La notte tra il 5 e il 6 agosto le squadre fasciste che assediavano Parma smobilitano e lasciarono velocemente la città senza essere riuscite a penetrare nelle zone di resistenza antifascista. Il 6 agosto nei borghi e nelle piazze la popolazione esultava. Le ragioni sociali e politiche della vittoria antifascista di Parma sono numerose e si legano a vecchie e nuove esperienze del movimento locale dei lavoratori.
Fu in seguito all'inasprirsi delle violenze fasciste contro le organizzazioni e le sedi del movimento operaio e democratico, che l'Alleanza del Lavoro (organo di un ampio fronte sindacale) proclamò per il 1° agosto 1922 uno sciopero generale nazionale in "difesa delle libertà politiche e sindacali". Contro la mobilitazione dei lavoratori si scatenò la violenza delle squadre fasciste lungo tutta la penisola. Nei giorni di agosto furono mobilitati dal Partito Fascista per la spedizione su Parma circa 10.000 uomini, giunti dai paesi del Parmense e dalle province limitrofe; a comandarle venne inviato Italo Balbo, già protagonista di analoghe spedizioni militari a Ravenna e a Forlì.
L'Alleanza del Lavoro sospese lo sciopero il 3 agosto, ma le aggressioni aumentarono e solo in poche città fu organizzata la resistenza alle azioni delle camicie nere. Le spedizioni punitive ebbero così un totale successo con la distruzioni di circoli, cooperative, sindacati, giornali ed amministrazioni popolari.
ma a Parma no...
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