per un Europa delle comunità e dei popoli che dialogano
e non delle banche e dei poteri che opprimono A.Langer
L'8 settembre, Paolo Galletti ha proposto sul sito della Federazione dei Verdi, uno spunto di analisi e riflessione per dare avvio a un dibattito sul ruolo e sul "perchè" dei Verdi e dell'ecologismo in Italia.
Mi pare opportuno rilanciarlo anche da questo blog, a seguire le mie brevissime "pre-considerazioni"
Finché un vegetariano non sarà naturalmente biologico ed un biologico non si sentirà parte di una sola razza umana non sarà possibile un movimento verde forte anche in Italia.
L’ecologismo italiano è un gigante culturale ma un nano politico?
No. Oggi la cultura ecologista è implosa, è stata smembrata in elementi sparsi,non collegati, utilizzabili per scopi particolari riduzionisti o integralisti. E’ venuta meno la visione olistica che caratterizzò negli anni ottanta le Università Verdi e che ispirò il referendum contro i pesticidi, mettendo in relazione agricoltura, alimentazione, salute.
Suo esponente più importante il medico igienista Aldo Sacchetti con il suo testo “L’uomo antibiologico “, Feltrinelli ora e book su internet.
Oggi si può essere vegani ma ignorare l’agricoltura e l’alimentazione biologica. Si può essere animalisti ma muoversi con SUV super inquinanti.
Si può mangiare biologico ma essere razzisti.
Si può essere contro l’inceneritore ma a favore di ogni tipo di auto e moto in città.
La cultura ecologista è stata sconfitta, smembrata, usata e snaturata.
Già negli anni novanta la cultura ecologista ha subito un attacco dal pragmatismo senz’anima di Legambiente e da parti di ceto politico degli anni settanta che si erano affermati nei Verdi.
L’etica della responsabilità glocale (pensare globalmente, agire localmente) è stata abbandonata per inseguire risultati immediati ,ma così il movimento ha perduto di profondità e di efficacia.
Prendiamo l’agricoltura biologica, sostenuta dai Verdi fin dalle sue difficoltose origini.
Oggi si è affermata come trainante per l’intera agricoltura. Ma il rischio è che diventi prevalentemente business. Quindi diventano essenziali la vendita diretta, i gruppi di acquisto i piccoli mercati locali per recuperare l’anima.
Ma anche per fare chiarezza di fronte a proposte ambigue di agricoltura contadina.
Il perdere di importanza dei Verdi nella politica é anche la conseguenza del venir meno di una cultura ecologista olistica e non settoriale.
Un altro motivo della difficoltà dei Verdi in Italia risiede nel terreno arido, non fertile, nel quale seminano.
Nel mio saggio “L’albero che cade e la foresta che cresce” pubblicato su “Lo Straniero “ qualche anno fa ho cercato di spiegare i motivi anche interni della crisi dei Verdi.
Qui invece mi rifaccio allo psicanalista junghiano Luigi Zoja, che nel suo “Utopie minimaliste” indica nei Verdi una delle poche forze non massimaliste e non paranoiche, perché non incolpano solo altri dei mali del mondo, il capitale,la casta, gli immigrati.., ma sono capaci di autocritica.
Ognuno, in misura diversa contribuisce al degrado ambientale: occorre la conversione ecologica anche personale.
In un momento politico in cui tutti, a destra ed a sinistra gareggiano in demagogia e nell’additare capri espiatori i verdi camminano in direzione ostinata e contraria.
Nell’era dei trionfo della paranoia politica (Luigi Zoja Paranonia, la follia che fa la storia, Boringhieri), i Verdi non cercano capri espiatori.
Gli zingari, gli immigrati, la casta, i politici..ma anche le multinazionali, i burocrati europei.
Una visione verde olistica, pur individuando avversari e cause strutturali di ingiustizie non tace le complicità di un consumismo compulsivo che contribuisce a distruggere il mondo.
Oggi la politica e le sue istituzioni sono state scientificamente screditate ed il suo linguaggio privato di senso.
Dove trovare un nuovo linguaggio?
Negli scienziati dell’IPCC e del Club di Roma.
Nelle parole del Dalai Lama, di papa Francesco e del patriarca Bartolomeo.
Nella Madre Terra mediterranea e nella Pachamama sud americana.
Nei linguaggi dell’arte, delle scienze dell’uomo e della natura, nelle religioni.
Per costruire un’etica civile condivisa che aiuti a costruire una buona politica ecologista. Che può nascere solo da una visione olistica.
Finché un vegetariano non sarà naturalmente biologico ed un biologico non si sentirà parte di una sola razza umana non sarà possibile un movimento verde forte anche in Italia.
Si aprano le danze delle proposte e considerazioni!
La politica è una questione plurale per il bene comune.
"Carissimi, voglio prendermi un po' di tempo per continuare questa necessaria analisi, che ho più volte esposto, anche in ambito accademico, più da un lato propriamente sociologico piuttosto che politico. Pensando a Ghandi, siate la via, siate l'esempio; l'esempio con il sorriso; spesso non sarà facile, si inventeranno bugie, proveranno a isolarci, ma ricordiamoci del nostro ruolo nella storia.
Saluti Ecologisti e Pacifisti."
Gilberto Rossi cons. Com. Verdi Ossona ;
"Carissimi, voglio prendermi un po' di tempo per continuare questa necessaria analisi, che ho più volte esposto, anche in ambito accademico, più da un lato propriamente sociologico piuttosto che politico. Pensando a Ghandi, siate la via, siate l'esempio; l'esempio con il sorriso; spesso non sarà facile, si inventeranno bugie, proveranno a isolarci, ma ricordiamoci del nostro ruolo nella storia.
Saluti Ecologisti e Pacifisti."
Gilberto Rossi cons. Com. Verdi Ossona ;
promotore lista Civica Metropolitana (rosso/verde/civica) "la Città dei Comuni"
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