Democrazia e partecipazione. Il sistema elettorale introdotto nel 1992, con l'elezione diretta dei Sindaci, ha portato a una polarizzazione e a una deriva maggioritaria, che ha determinato l'allontamento e disillusione dell'elettorato che non si riconosce in fratture bipolari anglosassoni; siamo passati da elezioni comunali dove votavano oltre il 90% dei cittadini, alle ultime elezioni comunali e regionali, dove a stento si arrivava al 50% dei votanti.
In questo contesto, con la polarizzazione politica, la riduzione del numero dei seggi, in un contesto culturale eterogeneo come quello italiano, delle liste che rappresentano oltre il 10% dei votanti, rimangono escluse dalla rappresentanza in consiglio comunale. Un esempio concreto.
Chi prende il 45 % dei voti ha 8 seggi, chi il 30% 3, chi il 17% 1 e con l'8% nessuno.
Di fatto si creano delle maggioranze blindate dove non è possibile sviluppare proposte condivise e rappresentanti le necessità delle comunità.
Con la scusa della "governabilità" si sono ridotti gli spazi di democrazia, rappresentanza e confronto.
In questi giorni, grazie alle inchieste di Report, stiamo scoprendo le storture determinate dall'assenza della politica, con rapporti "familiari" sia in lombardia che in trentino.
Questa petizione, vuole essere un invito al legislatore, a ripensare al sistema elettorale delle elezioni comunali e anche regionali, che seppur in autonomia ai consigli regionali, potrebbero avere indicazioni verso un sistema proporzionale, per garantire la giusta e necessaria rappresentanza a tutte le formazioni politiche e alle loro istanze.
Il modello per le amministrative, elezioni comunali, può essere quello precedente la riforma del 1992. Dopo 28 anni di disaffezione alla Res Pubblica, è ora di ridare la parola ai cittadini.
La petizione è indirizzata al Presidente della Repubblica, al Presidente dell'ANCI, e alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica
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