venerdì 21 luglio 2017

Dalla Lombardia, dalla realtà e della vita della gente. Insieme, Assemblea, pd e il futuro.

Nella stessa serata 3 assemblee di "sinistra e civiche", alla festa dell'Unità, il dibattito sulle Periferie, al Carroponte di Sesto san Giovanni, una serata nell'anniversario di Genova e alla Camera del lavoro, l'assemblea pubblica sul progetto politico promosso da Anna Falcone e Tomaso Montanari.

La Lombardia, chiama, i cittadini chiamano, la voglia di cambiare, dopo vent'anni di governo delle destre, è palpabile; la crisi economica, la quotidianità, il disincanto, il rifiuto della narrazione populista, chiamano a una nuova stagione della partecipazione.

L'esempio de Lista Civica Metropolitana La Città dei Comuni, può essere uno stimolo a ripartire.
Vi ripropongo il mio intervento alla presentazione della Lista, e a seguire la lettere pubblica di Fiorello Cortiana



Lettera aperta a Tomaso Montanari

Lettera aperta a Tomaso Montanari dopo Roma e Milano

Caro Tomaso,

nella mail che hai indirizzato a me e ad altri esponenti di differenti culture politiche milanesi, accomunate dal NO al referendum costituzionale del 4 dicembre e dall'adesione all'appello che tu e Anna Falcone avete lanciato, precisavi che "nello spirito del Brancaccio, tutte le assemblee che vengono convocate sono ‘di tutti', senza nessuna primazia o senza nessuna sigla, targa o appartenenza." Condividendo questa tua premessa, ho partecipato alla riunione per il lancio e la preparazione dell'incontro pubblico milanese, che avrebbe dovuto essere plurale, dando la parola a tutte le differenze. Così non è stato. Chi ha deciso chi far parlare e chi censurare? A che titolo? In quale sede? Purtroppo è più forte di loro, gli emuli del bolscevismo sono senza speranza: rifuggono da ogni pluralismo che non sia interno alla divisione/ricomposizione della diaspora della Bolognina nella duplice versione "stampella del PD" o "minoritarismo identitario" e vivono come corpo estraneo ogni espressione libertaria, radicale, riformista, ecologista.  Poco importa se sono proprio queste espressioni ad aver promosso i referendum milanesi o la lista trasversale ed inclusiva per le elezioni della  Città Metropolitana o l'art.28 per l'Udienza Pubblica sulla privatizzazione degli ex scali ferroviari.
 Poco importa se il 50% degli elettori non vota perché non è motivato da nessuna offerta, meno che mai ideologica.
Noi libertari, che non siamo interessati a riesumare le antinomie politiche del Novecento,  che ci occupiamo delle questioni concrete locali e globali che interessano la vita dei cittadini, non saremo né utili idioti silenziati, né inutili testimoni della spartizione consociativa. Vogliamo concorrere a costruire un'alternativa di governo europea, capace di rispondere agli interessi del Paese e dei suoi cittadini in un'ottica glocale, avendo come riferimento la nostra Costituzione. 
I vari cespugli della vecchia sinistra, che stasera abbiamo visto in azione alla Camera del lavoro, sono la faccia speculare dell'autoreferenzialità del PD: a ognuno la sua parte in commedia, come abbiamo già visto alle elezioni amministrative milanesi, per fare la stampella a Sala o, quando va bene, per essere testimoni critici del suo consenso trasversale. 
Nessuno ci obbliga a questo spartito e a questa compagnia. 
Ti auguro una  piena consapevolezza coerente con il tuo appello.

Fiorello Cortiana

si. diciamo che condivido. ma "il tempo ha il suo tempo". ti ringrazio per questa analisi e confido possa essere intesa come un invito all'inclusione e alla partecipazione democratica. ho seguito dal web e francamente alcune geometrie da puzzle non mi son piaciute. ma ci sta, come la squadra nuova alla prima estiva. tempo al tempo e una riflessione puntuale è un giusto stimolo propositivo. l'ho scritto nei commenti "la città dei comuni"

Tempo al tempo e ascolto, ascolto e ancora ascolto
G.R.R.    


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